Ti tufferesti nell’oceano dopo aver visto il film “Lo squalo”?

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IN BREVE

  • Quando si prendono decisioni, lasciarsi guidare solo dalla memoria a breve termine non paga
  • L’effetto reminiscenza è una distorsione valutativa molto comune
  • Il recente passato difficilmente è un buon indicatore: molto più istruttivo estendere lo sguardo al passato più remoto, limitando l’assunzione di notizie quotidiane
  • I dati e gli esperti concordano: per ottimizzare i guadagni bisogna pianificare (con l’ausilio di un consulente finanziario), restare fedeli al proprio piano d’investimento e rimanere investiti

Lo sapevi? Una persona che assiste a un incidente stradale tende a fare più attenzione ai dispositivi di sicurezza. E questo anche se il fatto in sé – l’incidente – non ha in alcun modo alterato le sue probabilità di subirne uno, secondo gli standard del tutto oggettivi e razionali di un attuario. E allora cosa le scatta nella testa? Un bias, una distorsione cognitiva, insomma, che gli esperti di psicologia e investimenti e di finanza comportamentale chiamano “effetto reminiscenza”.

Questo bias è noto anche come “recency effect” o “recency bias” e in pratica ci dice che gli eventi occorsi nel passato più recente assumono un peso maggiore ai nostri occhi rispetto a eventi più lontani nel tempo. È una peculiarità della nostra mente da tempo oggetto di studio, perché dà luogo a tutta una serie di reazioni che possono portare a scelte sbagliate. Specialmente quando si parla di investimenti. Secondo il BeFi Barometer 20211 – un barometro nel quale gli autori hanno registrato i bias più frequentemente osservati dai consulenti finanziari presso i loro assistiti – il recency bias è al primo posto, come ci mostra il grafico in apertura.

Come funziona l’effetto reminiscenza?

Questo bias fa sì che gli investitori diano eccessiva importanza alle esperienze più fresche nella loro memoria, anche se non sono necessariamente le più rilevanti o le più affidabili. Quanto ti attira l’idea di una bella nuotata nell’oceano dopo aver visto “Lo squalo”? O quella di un’escursione nei boschi subito dopo aver rivisto “The Blair Witch Project”? Probabilmente molto poco, anche se il rischio effettivo di essere attaccati da uno squalo o di perdersi nei boschi (lasciamo stare le streghe) può oggettivamente essere basso, per non dire nullo. Nel mondo degli investimenti i clienti manifestano il recency bias quando prendono decisioni basate su eventi recenti, ritenendo che tali eventi si protrarranno nel futuro. Questo può portarli a prendere decisioni irrazionali, come seguire un trend d’investimento caldissimo oppure vendere titoli durante una temporanea fase di ribasso del mercato. Il BeFi Barometer 2021, di Cerulli Associates, Schwab Asset Management e Investments & Wealth Institute, ha rilevato non solo che l’effetto reminiscenza è il pregiudizio comportamentale più comune riscontrato dai consulenti finanziari, come ti dicevano all’inizio, ma anche che si colloca al primo posto tra i pregiudizi di ogni generazione, accomunando eccezionalmente Millennial e Silent Generation.

Perché l’effetto reminiscenza è tanto importante?

Il recency bias può indurre i clienti a “tradire” i loro stessi piani d’investimento, accuratamente messi a punto con i loro advisor, con conseguenze raramente piacevoli a lungo termine. Inseguire il vento del momento, infatti, ha un costo: può spingere a comprare sull’onda dell’euforia e a vendere nei ribassi al di là del valore oggettivo dei titoli e degli strumenti sui quali hai puntato. In pratica, quando tutto sale, a causa dell’effetto reminiscenza gli investitori iniziano a sentirsi molto a loro agio e facilmente si convincono che i rialzi non faranno che continuare. Si crea in loro, insomma, un’illusione di sicurezza. Ma – e lo abbiamo detto tante volte quando abbiamo parlato di market timing – comprare quando tutti comprano fa spendere di più. E dimenticare che i mercati possono essere soggetti a oscillazioni più o meno importanti spinge a reazioni esagerate – e molto poco convenienti economicamente – anche durante le battute d’arresto. Per cui si vende quando tutti vendono.
Eppure, è proprio quando le quotazioni ripiegano che possono emergere opportunità interessanti. Pensaci: tu non fai shopping durante i saldi? Con i titoli azionari e con gli investimenti in generale la logica è un po’ la stessa. Come sanno i guru, con i ribassi si apre la stagione degli sconti. Ma attenzione: bisogna saper distinguere i capi pregiati e i tessuti di qualità dagli articoli dozzinali. A questo serve la consulenza professionale: ad affiancarci per dare un senso e una direzione alle nostre scelte, nell’ambito di un portafoglio diversificato costruito per guardare al lungo termine, in linea con il nostro profilo e con i nostri obiettivi.
E quanto alle vendite, pensaci: chi non ha investito o ha riscattato il proprio denaro nel marzo 2009 non ha potuto beneficiare del rialzo dell’azionario nel biennio 2009-2010. In quel caso, come in molti altri successivi, il calo ha rappresentato un’opportunità per ridurre il prezzo medio di acquisto delle azioni, ma c’è chi l’ha persa e l’opportunità è svanita. L’effetto reminiscenza non gli ha permesso di coglierla. Ebbene sì: il passato recente è piuttosto scarsino come indicatore: lo dimostrano anche i dati citati da Omar Aguilar, Chief Executive Officer e Chief Investment Officer di Schwab Asset Management, in un suo commento sul tema2.

Cosa si può fare per resistere al bias?

Nello studio “A Century of Asset Allocation Crash Risk”3, gli autori ci dicono che gli investitori tolleranti al rischio e ben informati sulla base di un campione storico esteso non abbandonano quasi mai la loro strategia d’investimento, cavalcano il mercato dentro e fuori dalle crisi e godono di rendimenti interessanti per l’intero periodo. Al contrario, gli investitori che mostrano un comportamento neutrale o avverso al rischio, così come quelli che si affidano alla storia a breve termine per mettere a punto la loro strategia di investimento, tendono a fuggire, perdendosi così delle opportunità.
E chi rientra dopo essere uscito? Anche qui, emerge un dato molto interessante: l’aderenza alla strategia durante l’intero periodo di investimento previsto batte l’uscita e il rientro nella maggior parte dei casi. Ecco, per esempio, le tecniche più efficaci individuate dagli advisor secondo il BeFi Barometer.

Non solo consulente in materia di investimenti: l’advisor diventa anche un consulente comportamentale. E quando ci consiglia di aspettare e di non prendere decisioni avventate, occorre dargli retta. Muovere troppo il portafoglio può portare più svantaggi che vantaggi. Lo dice anche l’activity bias. Ma di questo, magari, parleremo un’altra volta.


1https://investmentsandwealth.org/getmedia/2608a298-f3ba-44db-b4f0-cc2ce300d98f/BeFi-Barometer-2021-Final/
2https://www.schwabassetmanagement.com/content/recency-bias/
3https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=4318157

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