Sei sicuro di saper cogliere l’attimo?

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IN BREVE

  • Research Dogma ha chiesto agli italiani quanto sono soddisfatti dell’utilizzo del tempo a loro disposizione
  • Dedicare più tempo a ciò che conta davvero – gli affetti, la famiglia, l’amicizia – restituisce speranza per il futuro
  • Sulla pianificazione finanziaria c’è chi può aiutarti, liberando il tuo tempo per quegli attimi che contano davvero

Lorenzo, 22 anni

Lorenzo ha 22 anni ed è iscritto all’università, che frequenta con profitto non rinunciando alla vita sociale, vissuta in presenza ma anche online: Lorenzo ama vivere nel presente. Non solo. Sostiene l’importanza di viverlo, il presente, senza stare a pensare troppo a passato e futuro. Non ha mai visto il film “L’attimo fuggente” e non conosce il professor Keating, ma è certamente tra i sostenitori del “carpe diem”. Perché in compenso ha vissuto i “Fridays for Future” partecipandovi convintamente, e proprio per questo sa che, pur con tutto l’impegno suo e dei suoi coetanei, il futuro è quanto mai incerto. E allora tanto vale godersi il momento.

Fernando, 53 anni

Suo padre Fernando, 53 anni, operaio metalmeccanico, si è goduto l’adolescenza nella seconda metà degli anni Ottanta e ancora ricorda con nostalgia gli appuntamenti presi al telefono fisso, quello con la cornetta e la rotella, le cabine telefoniche e i telefoni a gettoni, i pomeriggi in motorino e i gelati in piazzetta, la musica dai walkman – che servivano appunto solo a riprodurre la musica, mica a fare anche altro, come gli smartphone di oggi – le feste in casa di amici e poi, dopo i diciotto anni, le serate in discoteca. Tutto al prezzo della cara vecchia lira, perché con diecimila euro ci pagavi pizza e birra, mica come oggi, che con cinque euro non ci fai niente. Fernando, insomma, pensa al passato con rimpianto, ritenendolo senza dubbio migliore del presente e, soprattutto, del futuro che ci aspetta.

Aurora, 76 anni

Madre di Fernando e nonna di Lorenzo, Aurora, 76 anni, figlia del Baby Boom di fine anni Quaranta, stupisce tutti quando dichiara che, a suo modo di vedere, malgrado le attuali incertezze, il futuro “sarà migliore del presente”. In quanti, oggi, la pensano come la coraggiosa e vitale Aurora? E quanti, invece, fuggono al pensiero del futuro perché ne hanno timore?

C’è chi vive nel presente e chi rimpiange il passato. Pochi guardano al futuro

Poco ma sicuro, il rapporto con il presente, il passato e il futuro non è uguale per tutti. Secondo una recente ricerca di Research Dogma, il 46% degli intervistati dichiara di vivere nel presente e sostiene l’importanza di vivere il presente, senza troppo pensare a passato e futuro: sono, come Lorenzo, i sostenitori del “carpe diem”, del cogliere l’attimo. Ma è molto comune anche la posizione di Fernando: il 45% degli italiani interpellati nell’ambito della ricerca rientra infatti in questo segmento tendenzialmente “passatista”. Solo il 9% condivide l’ottimismo di Aurora.
Dall’indagine emerge in sostanza un Paese orientato al passato, che crede poco nel futuro e a volte neanche nel presente. Uno sguardo nostalgico al “tempo che fu” che è letteralmente trasversale: appartiene agli anziani, con la lodevole eccezione di Aurora, ma anche ai giovani, a chi è chiamato a guidare in termini socioculturali il Paese, ai ricchi così come ai meno ricchi. Insomma, un rifornimento di speranza e progettualità, ci dice la ricerca, “appare quanto mai importante”.
Anche Lorenzo, a ben guardare, è attraversato da mille ansie: il suo vivere il presente non è un godersi l’oggi per il puro piacere di farlo, ma è un concentrarsi sul “qui e ora” per il timore del futuro, attraversato da tante incognite che affondano le radici sulle tante sfide attuali: l’inflazione, l’emergenza climatica, le guerre e via dicendo. E forse gli adulti e i media non lo aiutano: come dicono i ricercatori di Research Dogma, si parla troppo dell’albero che cade e troppo poco della foresta che cresce.

Un corretto bilancio del tempo presente può fare la differenza

Se il futuro non esiste e il passato si fa rimpiangere non ci resta che provare a vivere il presente. È il regno del “carpe diem”, del professor Keating, del “cogli la rosa quand’è il momento”. Bene. Ma siamo sicuri di farlo nel modo giusto? Quando riflette sul proprio “budget di tempo” quotidiano, il 62% degli interpellati si dichiara molto o abbastanza soddisfatto di come organizza e impiega il proprio tempo, contro un 38% insoddisfatto del risultato della propria battaglia contro l’orologio.

Ma se abbiamo già fatto passi in avanti nell’ottimizzare la nostra relazione con l’ambiente complesso che ci circonda, non sempre siamo soddisfatti dell’ottimizzazione delle nostre attività affettivamente più cariche di valore e significato: il tempo degli affetti, il tempo dedicato alla propria casa.

Il bisogno di ottimizzazione – che quando si parla di affetti e famiglia vuol dire più tempo e meglio speso – diventa un “must” per il benessere individuale.

Investire su un progetto tempo per gli italiani ha un valore

Un incremento del tempo dedicato alle cose che contano dà luogo, infatti, a un miglioramento della qualità della vita non solo per chi è già soddisfatto (che incrementa in modo significativo la propria felicità), ma anche per quel nucleo di insoddisfatti che trovano sollievo e speranza nella ripresa di controllo (parziale fin che si vuole) sulla propria vita. Dedicarsi di più alle cose che contano farebbe del bene a tutti, potremmo dunque concludere, ma a qualcuno fa meglio che ad altri.
Una eventuale “ri-progettazione del tempo” ha un impatto maggiore su chi è positivo verso il futuro (come Aurora), ma anche su chi teme il futuro e lo considera potenzialmente foriero di peggioramento rispetto al passato (i vari Fernando). In altre parole: una progettazione diversa del tempo a favore delle cose che contano renderebbe i “futuristi” ancor più positivi e restituirebbe speranza ai “passatisti”, che avrebbero la possibilità di uscire dalla comfort zone del loro rimpianto. Ma anche Lorenzo e quelli che la pensano come lui ne trarrebbero beneficio, in termini di recupero della speranza.

Viva tutto ciò che ci consente di ottimizzare il nostro tempo

Quand’è stata l’ultima volta in cui hai fatto qualcosa solo per il piacere di farlo? Quando hai colto l’attimo e l’hai vissuto in pieno, assaporando ciò che di buono la vita ci offre, senza il rovello del futuro o la seduzione del passato? È vero, l’ignoto spaventa chiunque. Molto meglio quel che è noto: per Lorenzo il presente, per Fernando il passato. Ma è un atteggiamento che si può superare reimpostando i tempi della propria quotidianità, come abbiamo visto. Che significa liberare tempo per dedicarlo alle cose e alle persone che contano davvero.
E poiché l’ignoto non risparmia neppure i risparmi, la soluzione – anche per avere più tempo per sé – è una e una sola: farsi aiutare a pianificarne la gestione da una consulenza professionale. Su questo fronte c’è chi può occuparsi del tuo percorso per te. Così tu potrai avere la libertà di vivere ciò che per te conta davvero, scoprendo cosa vuol dire veramente cogliere l’attimo.