Sai riconoscere le trappole della tua mente?

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IN BREVE

  • Le attività umane sono mosse dalle emozioni e così anche i mercati
  • I bias cognitivi sono distorsioni che tutti noi attuiamo nelle nostre valutazioni
  • Questi errori spesso non sono eliminabili, perché fanno parte della nostra natura
  • Conoscere e riconoscere i bias, però, può permetterti di non cadere in trappola nel momento in cui prendi una decisione importante

Ebbene sì, anche i mercati finanziari sono mossi dalle emozioni, soprattutto da quelle dei partecipanti. Il primo passo per non farsi trarre in contropiede dalla propria emotività è riconoscere i principali bias cognitivi e comportamentali, ovvero le trappole che la nostra mente ci tende e in cui rischiamo di cadere senza nemmeno rendercene conto.
Numeri, numeri e ancora numeri. Il mondo della finanza, dominato da formule matematiche e algoritmi dovrebbe essere una delle massime espressioni della razionalità senza lasciare spazio all’emotività. Questo almeno sulla carta, in realtà non è così.
Anche i mercati, infatti, si “lasciano trasportare” dalle emozioni di chi vi partecipa. Basta pensare alle bolle speculative, fenomeni in cui i prezzi di uno specifico titolo o di un settore salgono quasi alle stelle per effetto di un entusiasmo degli investitori non necessariamente giustificato dai fondamentali di bilancio. Oppure al classico “panico di borsa”, dove la paura prende il sopravvento e tutti gli investitori si concentrano a liquidare le proprie posizioni sulla scia di una notizia o di un dato macroeconomico che potrebbe essere letto o interpretato negativamente.

L’inganno della nostra mente

Quando si tratta di investire i propri risparmi ci troviamo di fronte a delle decisioni che non devono essere prese a cuor leggero. Un viaggio, una casa, gli studi dei propri figli/nipoti o una vecchiaia più serena. Ognuno di noi può avere diversi obiettivi per i propri risparmi e quando si tratta di decidere come costruire il nostro portafoglio di investimento, funzionale all’obiettivo che abbiamo in mente, siamo quasi sempre convinti di prendere delle decisioni razionali. Eppure, non è così. Solitamente, il primo passo per risolvere un problema è la sua accettazione, quindi ammettiamolo, tutte le nostre decisioni finanziarie, dalle più semplici alle più complesse, sono affette da “bias” comportamentali. Senza che ce ne rendiamo conto, la nostra mente ci può trarre in inganno anche quando siamo convinti di agire in modo estremamente ragionato e razionale.

ABC della finanza comportamentale

Si dice che ormai esista una disciplina per qualunque cosa. La finanza comportamentale è un campo di studio che riguarda quella serie di meccanismi mentali, chiamati bias cognitivi, che influenzano le decisioni d’investimento. Quando si parla di finanza comportamentale si fa proprio riferimento alla scienza che studia le interferenze della nostra psiche nelle decisioni di investimento, anche quelle che potrebbero sembrare in apparenza le più semplici, individuando le “trappole cognitive” che influenzano non solo il comportamento degli investitori, ma anche degli stessi professionisti del risparmio. L’elenco delle trappole mentali è abbastanza lungo e per ora ci limiteremo a dare un piccolo assaggio dei principali bias. Non preoccupatevi però, alcuni soggetti possono essere più inclini a un bias comportamentale piuttosto che a un altro, dal momento che molto dipende anche dalla personalità.

Il “troppo” è sempre nemico del bene

Troppa fiducia o troppa paura. Essere sbilanciati o da una parte o dall’altra non è la situazione migliore e può essere un piccolo campanello di allarme. Tra i bias comportamentali di cui un investitore può cadere vittima c’è l’eccesso di fiducia in sé stessi, che va di pari passo con l’eccesso di ottimismo: in entrambi i casi, la tendenza è quella di assumere più rischio di quanto si sia disposti a sopportare, sottovalutando la possibilità di incorrere in una perdita. In questo caso, siamo di fronte a quello che prende il nome di overconfidence, una trappola mentale che ci porta a pensare di essere perfettamente in grado di gestire la situazione a nostro piacimento e di avere il controllo di tutti i fattori. Questo inevitabilmente ci può portare a focalizzarci troppo sui guadagni attesi senza dare il giusto peso ai potenziali rischi. Ma ahimè i mercati finanziari sono dei sistemi complessi e possono essere mossi da elementi irrazionali al di fuori del nostro controllo. Anche la troppa paura può essere un’arma a doppio taglio. Se da un lato ci porta a tenere sotto controllo i rischi (forse anche troppo), dall’altro ci porta a considerare solo investimenti conosciuti e considerati sicuri che, però, proprio in virtù del rapporto che lega rischio e rendimento, possono essere poco redditizi e magari anche rivelarsi meno sicuri del previsto.

L’azienda sotto casa

Quante aziende quotate ci saranno in Europa? E nel mondo?
Beh, non importa, tanto finiamo per investire nell’azienda sotto casa!
Il brand famoso, conosciuto da tutti, o la società del proprio Paese, che sentiamo più “vicina”.
Attenzione, non si tratta di un comportamento tipicamente italiano, anzi, è diffuso tra gli investitori di tutte le nazioni. Anche questo è un tipico bias cognitivo/comportamentale: in qualche modo quello che sentiamo più vicino a noi ci rassicura, anche se non necessariamente è l’opzione più vantaggiosa. Se a ciò aggiungiamo che per scandagliare i mercati globali e scovare le migliori opportunità servono competenze, mezzi tecnologici e, non ultimo, molto tempo, il gioco è fatto: il fai da te si tramuta in un all in immotivato su titoli selezionati senza metodo. Si chiama Familiarity bias.

La chiave è la consapevolezza

Quando si tratta di investire i propri risparmi è sempre importante essere ben consapevoli di quello che si sta facendo e dei rischi connessi. Un errore molto comune è infatti quello di lasciarci influenzare dai pensieri e dai comportamenti di coloro che ci circondano, nella convinzione – molto spesso errata – che gli altri abbiano a disposizione informazioni a noi sconosciute quando in realtà nessuno conosce la nostra situazione meglio di noi stessi. Questo bias comportamentale prende il nome di effetto gregge ed è estremamente correlato al panico da mercati. E’ infatti nelle situazioni di alta volatilità dei mercati, con forti e veloci variazioni di prezzo, oppure nei veri e propri momenti di calo dei mercati che più facilmente ci lasciamo andare alle emozioni. Ciò non fa che acuire, da un lato, la portata dei cali stessi, e dall’altro lato ci consegna ad una perdita certa: tutti vendono, vendo anch’io. E addio rimbalzo!
Il primo passo per la soluzione, quindi, è quello di prendere coscienza delle trappole in cui possiamo cadere, magari grazie all’aiuto del proprio consulente finanziario.


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