La crescita del S&P500 è più democratica

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IN BREVE

  • La stagione delle trimestrali si è chiusa con il segno più per le società dell’S&P 500.
  • Le aspettative indicano un rallentamento delle “Mag 7” e un’accelerazione delle “altre 493”.
  • Questo potrebbe tradursi in una crescita più democratica, anche nelle performance azionarie.

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L’ultima stagione delle trimestrali negli Stati Uniti si è conclusa con un’intonazione decisamente positiva. Secondo i dati più recenti pubblicati da Factset, quasi l’80% delle società quotate sull’S&P 500 ha riportato un utile netto che ha sorpreso in positivo e oltre il 60% ha registrato ricavi sopra le attese. Nel complesso, anno su anno, l’indice S&P 500 ha messo a segno il più elevato aumento degli utili dal secondo trimestre del 2022, registrando il terzo trimestre consecutivo di crescita.

Quanto alle previsioni per i prossimi mesi, gli analisti si aspettano tassi di crescita degli utili intorno al 9,3% per il secondo trimestre 2024, all’8,3% per il terzo e al 17,6% per il quarto.

Migliorano le indicazioni dei manager sul futuro: innovazione al primo posto

Questa accelerazione riflette un miglioramento del sentiment generale, che emerge anche dalle parole utilizzate durante le presentazioni dei conti: se nel 2022 quasi il 90% dei manager delle società quotate sull’S&P 500 ha citato la parola “inflazione” durante la conference call sui risultati, nella stagione appena conclusa la percentuale è scesa a poco sopra il 50%. Il focus si è spostato invece sulla crescita e sull’innovazione – basti pensare che le società ad aver citato termini come “IA” e “machine learning” sono passate dal 15% al 40%, sempre secondo dati Factset.

Merito anche del fortissimo “hype” sul tema dell’intelligenza artificiale. Non a caso, nell’ultimo anno a trainare la crescita sul listino statunitense – sia in termini di utili, sia in termini di rendimenti – sono stati soprattutto i colossi tecnologici, che proprio sull’onda dell’entusiasmo per l’IA hanno messo a segno performance impressionanti, tanto da meritarsi il soprannome di “Magnifiche Sette”, hanno visto balzare i loro profitti (complessivamente) del 63% solo nel quarto trimestre del 2023, contribuendo quasi totalmente alla crescita degli utili dell’intero indice statunitense. Ma attenzione, perché sotto questo profilo sembra proprio che il vento stia cambiando.

Azionario statunitense: oltre al tech c’è (finalmente) di più

Secondo diversi analisti, il differenziale di crescita degli utili tra le “Magnifiche 7” e le restanti 493 società dell’S&P 500 dovrebbe ridursi con il progredire del 2024, con una democratizzazione della crescita che potrebbe favorire uno sviluppo più equilibrato e – potremmo dire – salutare del mercato azionario, creando opportunità in settori che, ultimamente, sono rimasti un po’ in disparte.

Il cambiamento è già in atto: nel primo trimestre del 2024, tutti i settori dell’S&P 500 hanno battuto le stime sugli utili. Ma non sarà repentino: la tecnologia regna ancora sovrana e l’IA domina incontrastata. Nel corso del prossimo anno, tuttavia, le “altre 493” dovrebbero accelerare la loro corsa, mentre le Magnifiche 7 – che pure continueranno a crescere a doppia cifra percentuale – dovrebbero registrare un graduale rallentamento.

Nuove opportunità per chi investe in equity

C’è anche un altro aspetto da tenere in considerazione: stando a una recente analisi di Savita Subramanian, top equity strategist di BofA Global Research, da inizio 2024 le aspettative sugli utili hanno assunto un ruolo più importante nell’influenzare l’andamento dei mercati, che negli ultimi due anni erano stati guidati invece soprattutto da fattori macro, come la dinamica dei tassi di interesse.

Proprio per questo, una crescita degli utili più democratica si potrebbe riflettere positivamente anche sulle performance azionarie, permettendo ad altri settori di mettersi in luce dopo un anno in cui tutti gli occhi sono rimasti puntati sulle megacap tecnologiche.

“Vista l’elevata correlazione tra la sovraperformance dei titoli tecnologici e la crescita degli utili, ci aspettiamo che la riduzione del differenziale di crescita (tra le Magnifiche 7 e il resto del mercato) funga da catalizzatore per l’allargamento del rally azionario”, ha dichiarato Savita Subramanian. Ciò implica anche, inevitabilmente, che per le Magnifiche 7, di pari passo con il rallentamento degli utili, si sgonfino un po’ anche le quotazioni.

E questo dovrebbe fare spazio ad altri titoli e settori. A dire il vero – segnala Morningstar – si colgono già i primi segnali di una rotazione nella leadership di mercato in atto: basti pensare che nel mese di marzo il settore con la migliore performance sull’S&P 500 è stato quello dell’energia (complice anche l’aumento del prezzo del petrolio). Non solo. Se l’anno scorso l’indice Nasdaq 100, che comprende le famose “Mag 7”, aveva decisamente sovraperformato il più ampio S&P 500 (con un ritorno del 55% contro il 26,3%)1, la performance year-to-date mostra un quadro decisamente diverso: +11,78% per l’indice tecnologico e +11,2% per l’S&P 500. Come si dice: è un testa a testa.

Insomma, è vero che la tecnologia rappresenta la spinta verso il futuro ed è un tema sicuramente affascinante. Ma, sui mercati, c’è vita anche oltre l’intelligenza artificiale. Ora più che mai è il momento di guardarsi intorno per cogliere le opportunità offerte dagli altri settori, sempre ricordando che mantenere un portafoglio ben diversificato è la prima regola per investire bene.


1https://www.nasdaq.com/articles/2023-review-2024-outlook

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