ISTAT: rapporto 2024 in chiaroscuro

Contenuto elaborato da Financialounge per Fineco Bank

IN BREVE

  • L’economia e l’occupazione hanno segno positivo.
  • Aumenta però la povertà, soprattutto per i cittadini in età lavorativa.
  • La gestione del risparmio è sempre più cruciale.

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Negli ultimi anni l’economia italiana è cresciuta più della media dell’Ue a 27 e, tra le maggiori economie dell’Unione, più di Francia e Germania. È una delle principali evidenze emerse dal Rapporto annuale 2024 dell’Istat.

Il quadro dell’occupazione

Nell’ultimo triennio gli investimenti hanno fornito un contributo sostanziale all’attività economica in Italia, con un impulso importante dal comparto delle costruzioni, grazie agli incentivi governativi a sostegno dell’edilizia. Nell’ultimo anno la crescita degli investimenti è stata più differenziata: al contributo delle costruzioni si è associato quello dei mezzi di trasporto, dei prodotti di proprietà intellettuale e, in misura minore, di altri impianti e macchinari e apparecchiature ICT.

In parallelo alla crescita il numero di disoccupati si è ridotto nel corso degli ultimi anni. Nel 2023 il tasso di disoccupazione in Italia è risultato in media del 7,7%, inferiore di 2,2 punti percentuali rispetto al 2019: a febbraio 2024, è risultato essere pari al 7,5% in Italia, il 7,4% in Francia, l’11,5% in Spagna e il 3,5% in Germania. Anche il tasso di occupazione (15-64 anni) dell’Italia migliora ma continua a essere al 61,5%, inferiore non soltanto rispetto alla Germania (77,4%), ma anche a Francia e a Spagna (rispettivamente 68,5% e 65,5%). Resta sempre alto il divario di genere: il tasso di occupazione degli uomini si attesta al 70,4%, quello delle donne al 52,5%.

Aumentano le disuguaglianze e la povertà assoluta

Tuttavia, all’interno di tutti questi aspetti positivi, non mancano le criticità. In particolare, l’aumento delle disuguaglianze, fotografato dalla crescita delle persone in povertà assoluta: il 9,8% della popolazione rientra in questa fascia. In contemporanea si è ampliata la distanza tra le famiglie più e meno abbienti. La percentuale è più alta di tre punti rispetto al 2013 e l’incremento ha riguardato principalmente i cittadini in età lavorativa. L’Istat sottolinea, infatti, come il reddito da lavoro – soprattutto quello da lavoro dipendente – non sia più in grado di tutelare le persone dal disagio economico.

Nonostante un sensibile aumento dell’occupazione, il potere d’acquisto dei salari lordi è infatti crollato del 4,5% nell’ultimo decennio mentre nelle altre maggiori economie dell’Unione europea è cresciuto a tassi compresi tra l’1,1% della Francia e il 5,7% della Germania. Le retribuzioni orarie, osserva l’Istat, sono cresciute a un ritmo sensibilmente inferiore a quello osservato per i prezzi al consumo. L’inflazione molto elevata ha penalizzato i ceti bassi: tra gennaio 2021 e dicembre 2023 i prezzi al consumo sono complessivamente aumentati del 17,3 per cento, mentre le retribuzioni contrattuali sono cresciute del 4,7 per cento. L’erosione del potere di acquisto ha generato una dinamica della spesa per consumi più sostenuta di quella del reddito corrente, comportando una progressiva riduzione della propensione al risparmio fino al 6,3% del 2023, contro l’8,1 del 2019.

Ma c’è di più. Guardando in prospettiva, la classe media, che continua a dover lottare contro gli impatti di un’inflazione persistente sempre meno compensata da adeguati aumenti di stipendio, deve fare i conti anche con le implicazioni di sfide all’orizzonte ancora tutte da decifrare. In particolare, quelle nell’ambito dell’intelligenza artificiale e della digital transformation, che potrebbero comportare una riduzione della forza lavoro umana.

L’importanza di una efficiente gestione del risparmio

Alla luce di questo scenario oggi più che mai è importante poter contare su una efficiente gestione del risparmio per ottimizzare le risorse personali indispensabile per resistere nei prossimi anni. Gli italiani di recente hanno impiegato tanti risparmi nei BTP che però li espone al rischio di un’allocazione inefficiente, soprattutto se si tratta del solo strumento di risparmio utilizzato.

Soltanto una durevole e adeguata diversificazione finanziaria può infatti garantire un futuro meno incerto, evitando le scelte fai da te, soprattutto se eccessivamente concentrate.