Investire vicino ai massimi ha senso

Contenuto elaborato da content team di Wealthype.ai per Fineco Bank

IN BREVE

  • “Comprare sui minimi e vendere sui massimi”? I dati storici mostrano che non sempre funziona.
  • Spesso i rendimenti nei 12 o 24 mesi successivi a un massimo storico sono stati i migliori.
  • Tentare di fare market timing serve solo a perdersi opportunità di crescita.

Ascolta l'articolo (audio a cura di Fineconomy)

Gli indici azionari globali continuano a macinare ottimi risultati, con l’S&P 500 – il principale indice statunitense – che aggiorna nuovi massimi di mese in mese. Troppa euforia? Siamo vicini a un calo? Sono queste alcune delle domande che affollano la testa degli investitori quando si trovano a decidere se investire o meno con i mercati in rally.

Il retropensiero è che sarebbe meglio investire sui minimi, in modo da beneficiare della ripresa successiva, piuttosto che entrare al momento di “picco”, giusto in tempo per uno storno. Insomma: “buy low, sell high”.

Ma è davvero così sensato attendere gli storni? No

Ed è “no” per una serie di ragioni. Tanto per cominciare, storicamente i mercati azionari tendono a crescere nel lungo periodo – basta osservare il grafico qui sopra per rendersene conto. E qualsiasi correzione alla fine viene recuperata e superata. Servono però nervi saldi e pazienza. Certo, il problema del lungo periodo è che, in mezzo, c’è il breve periodo, cioè quello in cui viviamo. Ed è vero che i dati storici ci mostrano una tendenza decisamente positiva, ma è anche vero che si tratta di dati medi di lungo periodo. Intervallati – come è del tutto normale e fisiologico – da correzioni anche significative. Insomma, a volte mantenere il sangue freddo potrebbe non essere semplice.

Ecco perché, se questo argomento – che pure dovrebbe bastare a se stesso – non fosse sufficiente a convincere l’investitore più restio, ce ne sono molti altri a supportare l’idea che tentare di fare market timing ha più contro che pro.

I dati: non è detto che dopo un picco le performance siano deludenti

Per esempio, hai mai pensato che il raggiungimento di un massimo storico non sia un avvenimento poi così eccezionale come si potrebbe pensare? Una recente analisi di Schroders ci mostra che, nei mesi che vanno da gennaio 1926 a dicembre 2023, l’indice S&P 500 ha raggiunto livelli massimi 354 volte, ovvero nel 30% dei casi. E, ancora più significativo, non è affatto detto che a distanza di uno o due anni dal picco i rendimenti siano necessariamente peggiori. Al contrario.

In media, i rendimenti a 12 mesi dal raggiungimento di un massimo storico sono stati migliori che in altri momenti. Nel dettaglio, essi si sono rivelati in media superiori all’inflazione del 10,3%, rispetto all’8,6% di quando il mercato non ha raggiunto i massimi. E lo stesso discorso vale per i rendimenti su un orizzonte di due o tre anni. Vedere per credere.

Un altro studio, questa volta targato Fidelity, giunge alla stessa conclusione: osservando il rendimento registrato dall’indice azionario USA nei 12 mesi successivi al massimo storico, si nota come i risultati siano tendenzialmente positivi (fatta eccezione per la disfatta del 2007) e come i guadagni massimi siano in genere più consistenti rispetto ai ribassi massimi.

Quindi: per quanto possa essere doloroso vedere i mercati scendere subito dopo aver investito, se il tuo orizzonte temporale è sufficientemente lungo, il risultato finale non sarà così negativo come potresti temere.

Quel che forse è meno evidente è il vero rischio che si corre quando si rimanda l’investimento: farsi sfuggire grandi opportunità di crescita, lasciando che l’inflazione eroda nel frattempo i risparmi tenuti liquidi. E tutto per aspettare il "momento giusto" per investire.

Il momento perfetto è una trappola

Un “momento giusto” che, tra l’altro, è praticamente impossibile da identificare con certezza: l’arte di prevedere l’andamento dei mercati, infatti, non è di questo mondo. E questo significa che nessuno ha gli strumenti per dire che oggi le quotazioni sono “troppo” alte. Il fatto che un indice viaggi sui massimi storici ci dice solo che, guardando al passato, troveremo delle quotazioni inferiori. Ma non ci dice niente sul futuro, specialmente su quello imminente.

I mercati finanziari infatti non sono ragionevoli, e anche se riuscissimo ad azzeccare lo scenario, non sapremmo in che modo potrebbero reagire davvero. Insomma, pensare “i mercati sono alti e quindi non investo” è un po’ come dire “so prevedere i mercati”. E chi lo fa, pecca di eccessiva fiducia nelle proprie capacità.

Tutto ciò per dire che non serve improvvisarsi veggenti: la storia ci insegna che nel lungo periodo i mercati azionari tendono a salire. Da almeno un secolo a questa parte ogni singola correzione, prima o poi, è stata recuperata e ogni massimo storico superato. Ma serve tempo. Ecco perché è meglio iniziare a investire il prima possibile: per fare del tempo un prezioso alleato.

È proprio questo il punto: per gli investitori, il tempo sui mercati è molto più importante del “timing”.


COMUNICAZIONE DI MARKETING
I contenuti del presente articolo sono stati redatti da AdviseOnly.com e hanno scopo esclusivamente informativo. Pertanto in alcun modo devono essere intesi come consigli finanziari, economici, giuridici, fiscali o di altra natura e nessuna decisione d’investimento o qualsiasi altra decisione deve essere presa unicamente sulla base dei contenuti qui riportati. Allo stesso tempo in nessun modo costituiscono da parte di AdviseOnly.com un’offerta al pubblico d’acquisto o vendita di titoli e più in generale di strumenti finanziari e/o attività di sollecitazione all’investimento ai sensi del D.lgs. 24/02/1998, nr°58.
Allo stesso tempo, Fineco non si assume alcuna responsabilità in merito alla correttezza, completezza e veridicità delle informazioni fornite. Il presente messaggio non rappresenta in alcun modo una ricerca in materia di investimenti, un servizio di consulenza in materia di investimenti né attività di offerta al pubblico di strumenti finanziari.
Eventuali decisioni che ne conseguono sono da ritenersi assunte dal cliente in piena autonomia ed a proprio rischio.
Le informazioni contenute sono protette dai diritti di proprietà intellettuale e pertanto qualsiasi duplicazione, alterazione anche parziale o utilizzo non corretto dei contenuti in esse pubblicati e riprodotti è da intendersi vietata.