Investi su un futuro sostenibile

Contenuto elaborato da Financialounge per Fineco Bank

IN BREVE

  • L’aumento della temperatura media a livello globale provoca danni ingenti.
  • Il cambiamento propizierà aziende vincitrici e perdenti: è essenziale distinguerle.
  • Le strategie sostenibili non sono tutte uguali.

Ascolta l'articolo (File audio a cura di Fineconomy)

Cento anni fa la temperatura media della Terra era di circa 13,7°C. Oggi è vicina a 14.4°C. Potrebbe sembrare un cambiamento esiguo e trascurabile, ma in realtà non è così. Primo, perché di solito per osservare variazioni della temperatura terrestre di questa entità servirebbero molti secoli. Secondo, perché anche variazioni apparentemente modeste possono comportare cambiamenti significativi sugli equilibri dell’intero pianeta.

Incremento rapido delle temperature

Negli ultimi 150 anni, al netto di alcuni alti e bassi, la Terra è diventata lentamente più calda. A partire dagli anni '70 però la temperatura media globale ha registrato un incremento più rapido, ad un tasso di +0,2°C per decennio, proiettando gli ultimi anni su temperature record: una dinamica statisticamente insolita, che non può essere considerata semplicemente parte del normale andamento dei cicli naturali.
Nell’ultimo decennio sono stati superati tutti i livelli record per il volume di violente tempeste, inondazioni, siccità, incendi di foreste e scioglimento di mari ghiacciati. Inoltre, gli aumenti della temperatura media globale mascherano un riscaldamento molto maggiore in determinate regioni, in particolare l’Artico e l’Antartico, dove lo scioglimento dei ghiacciai rischia di avere un impatto disastroso sull’innalzamento del livello del mare.

Gli accordi di Parigi

La ventunesima riunione della Conferenza delle parti (Cop 21) della Convenzione sui cambiamenti climatici, tenutasi a Parigi nel dicembre 2015, ha stabilito che è indispensabile contenere l’aumento della temperatura media sotto i 2°C rispetto alla media registrata in epoca pre-industriale. Per raggiungere tale obiettivo la strada passa obbligatoriamente attraverso il dimezzamento delle emissioni di CO₂ entro il 2030, per poi arrivare all’azzeramento (Net Zero) entro il 2050.

Gli effetti su industrie e attività economiche

La politica di riduzione delle emissioni di gas serra impatterà drasticamente sull’intera catena di valore di energia e carburanti, premiando le aziende a bassa emissione di carbonio. Gli effetti non si limiteranno a settori a forte impatto quali carbone, oil and gas, miniere, servizi pubblici e attività manifatturiere: ne risentiranno le dinamiche concorrenziali di quasi tutte le industrie e le attività economiche.

Una maggiore efficienza nelle emissioni di carbonio

La profondità del cambiamento e i mezzi necessari per realizzarlo determineranno una ristrutturazione industriale ed economica globale imponendo una ricalibrazione e una rivalutazione dell’intera gamma dei vantaggi delle singole aziende rispetto alla concorrenza. La ricerca di una maggiore efficienza nelle emissioni di carbonio ha già portato le più importanti case automobilistiche a produrre vetture con emissioni più basse e con motore elettrico. Nel presente e nel futuro del settore edilizio, per esempio, ci sono edifici sempre più green ed energeticamente efficienti. Senza dimenticare, ovviamente, l’aumento della quota di mercato delle fonti rinnovabili, come l’energia eolica e quella solare. Una tendenza che sta impattando già sulle grandi compagnie petrolifere, impegnate nel ridurre notevolmente le proprie impronte di carbonio.

La spinta dei millennials

A sostenere la fortissima crescita di domanda retail per gli investimenti sostenibili sono i millennials. Uno studio recente su 1.000 investitori americani privati, condotto da Morgan Stanley, ha riscontrato che tra i millennials la probabilità di investire abitualmente in soluzioni sostenibili era doppia rispetto agli investitori più anziani. Un’indagine di Deloitte, invece, ha rivelato che tra le 5 principali preoccupazioni dei millennials a livello mondiale il cambiamento climatico è al secondo posto, preceduto solo dal costo della vita.

Saper scegliere tra aziende vincitrici e perdenti

Come per tutte le principali ristrutturazioni industriali, tuttavia, il passaggio a un mondo nel quale l’energia è meno basata sul carbonio creerà aziende vincitrici e perdenti, ed è essenziale che gli investitori riescano a distinguerle. Ma le strategie sostenibili non sono tutte uguali. Per esempio, per investire concretamente mettendo al centro il cambiamento climatico occorre orientarsi sulle aziende responsabili che, con il proprio modello di business, si impegnano a ridurre l’impatto ambientale secondo le linee guida degli accordi di Parigi.

Affidarsi a specialisti

La scelta dei titoli deve essere effettuata da team di gestione di elevato standing in grado di valutare l’ammontare di CO₂ emessa, preferendo le aziende che forniscono soluzioni ai problemi climatici (soprattutto tra quelle a più alte emissioni). Oltre all’obiettivo di investimento in compagnie responsabili, che si impegnano a ridurre l’impatto ambientale secondo le linee guida degli accordi di Parigi, è indispensabile applicare anche una policy di esclusione basata su principi ESG.
Criteri che garantiscano l’esclusione di aziende produttrici di armi controverse, attive nell’estrazione del carbone, dei settori tabacco, intrattenimento per adulti o gioco d'azzardo e compagnie petrolifere o produttrici di energia ad alta intensità di carbonio.
In pratica, un portafoglio responsabile ben assortito, che combini l’investimento in un futuro sostenibile con la potenziale rivalutazione finanziaria nel tempo.