I mercati veri vincitori del voto Usa, guardano al lungo termine

Contenuto elaborato da Financialounge per Fineco Bank

Con un deciso spunto al rialzo, mentre in America si contavano ancora i voti, le Borse globali guardano con fiducia al medio e lungo termine contando sugli stimoli monetari e fiscali e sulla ripresa economica

I listini azionari globali sono positivi, mentre in America prosegue la conta dei voti delle elezioni presidenziali, che si sono rivelate molto meno prevedibili di quanto dicessero i sondaggi e le previsioni degli esperti. La motivazione dello scatto in avanti degli asset a rischio sembra soprattutto una: con il voto degli americani si rimuove comunque una delle principali incertezze sulla strada di economie e mercati, e quindi si potrà riprendere a guardare al futuro dopo un anno fino a qui decisamente turbolento, ma che ha anche segnato una potente accelerazione di trend già in atto, ai quali la pandemia ha dato una spinta in avanti di qualche anno. Sono i trend della digitalizzazione e dell’automazione, ormai non più fenomeni settoriali, legati al mondo del web e delle comunicazioni, ma pervasivi, che investono a 360 gradi tutta l’economia, dalla produzione ai consumi.

L’emergenza Covid
Nei primi 10 mesi del 2020, partito in un clima di entusiasmo degli investitori subito violentemente raffreddato dall’irruzione del Covid sulla scena globale, il mercato ha costantemente cercato di anticipare l’evoluzione futura. Prima con una violenta caduta, quando ha prevalso il fattore paura, e poi con un altrettanto violento rimbalzo, che ha riflesso la convinzione che si trattava comunque di un fatto grave ma temporaneo, che non avrebbe compromesso il percorso di crescita di lungo termine. Questo anche grazie a un sistema finanziario globale che aveva messo ordine in casa, dopo gli eccessi che avevano portato alla Grande Crisi del 2008-2009, e a un’azione di sostegno delle banche centrali che si sono mosse con maggior determinazione, proprio grazie all’esperienza di quella crisi, e soprattutto in concerto con le politiche fiscali e di bilancio dei governi, contrariamente a quanto era successo nella crisi di oltre 10 anni prima.

I mercati cercano di anticipare le evoluzioni future
Il tentativo dei mercati di anticipare l’evoluzione futura è stato lineare da aprile in avanti, ma poi ha avuto una serie di esitazioni a cominciare dall’estate, quando il ritorno del contagio, con l’annesso rischio di un ritorno ai lockdown e quindi di un percorso non più a ‘V’ ma a ‘U’ se non addirittura a ‘L’. Questo rischio è stato però prezzato in modo molto più contenuto di quanto accadde a marzo, per due ragioni. La prima è che era intanto molto aumentata la fiducia sull’azione di supporto delle politiche monetarie e fiscali, dopo che banche centrali e governi avevano mostrato capacità di intervenire con tutti gli strumenti a disposizione e anche con strumenti completamente nuovi, come il Next Generation EU per quanto riguarda l’Europa e la svolta della Fed di tolleranza sull’inflazione in America.

Le indicazioni del T-bond americano
Tra i vari indicatori finanziari a disposizione dell’investitore, forse quello che dice di più sulla direzione a lungo termine di economie e mercati è il Treasury Bond americano a 10 anni, il cui tasso di interesse rappresenta il benchmark globale dei mercati dei capitali e del credito. Come si vede dal grafico qui sotto, il tasso-chiave del pianeta era precipitato vicino allo 0,5% subito dopo l’esplosione della pandemia ed era tornato in quell’area ad agosto, proprio sui timori legati alla seconda ondata. Poi è partito un recupero che lo ha portato in vista dello 0,9%. E’ un movimento che in parte incorpora il forte ricorso al mercato del debito da parte del Tesoro americano per finanziare le migliaia di miliardi di dollari di stimolo all’economia attesi dall’Amministrazione, qualunque sia, nei prossimi mesi se non settimane. Ma soprattutto è un movimento che anticipa il pieno recupero dell’economia, già cifrato dal potente rimbalzo del PIL USA di oltre il 33% annualizzato nel terzo trimestre, dopo la caduta di oltre il 31% del secondo.

Non cedere a sentiment e impulsi del momento
La bottom line è che fare il market timing, vale a dire cercare di anticipare il mercato un minuto o un’ora prima che si muova in una direzione o nell’altra, è un esercizio estremamente complesso, da lasciare ai trader professionisti. L’investitore che guarda al ritorno nel lungo termine non deve cedere al sentiment e agli impulsi del momento, ma avere la vista lunga e guardare ai trend che pagano appunto nel lungo termine. Anche queste elezioni americane decisamente anomale del 2020 confermano la lezione che fare previsioni a breve è un esercizio difficile se non impossibile, e raramente pagante.