Un salto oltre il paniere: l’inflazione reale dipende dai tuoi consumi

Contenuto elaborato da AdviseOnly.com per Fineco Bank

Il benessere rappresenta la principale area di spesa per il 74% degli italiani. Non solo gioielli, palestra, e trattamenti estetici, anche il cibo di qualità gioca un ruolo fondamentale in questa categoria di spesa.
Si stima che più del 40% della spesa mensile degli italiani sia dedicata all’alimentazione: regimi alimentari specifici, diete e prodotti biologici fanno parte della nostra quotidianità.
E complice la dinamica domanda-offerta, l’inflazione su questi beni ha valori differenti da quello medio del paniere Istat. Se vuoi scoprire la tua inflazione questa analisi fa per te.

Variazione % dei prezzi dal 2014 al 2019

Servizi, prodotti e beni Inflazione in %
Servizi di parrucchiere e trattamenti di bellezza 3,6
Prodotti di belllezza 4,3
Alimentari non lavorati 7,1
Gioielleria 10,9

Fonte: Elaborazione AdviseOnly su dati Istat

La spesa per la cura di sé: quasi 3.600 euro a testa all’anno
È questa la cifra destinata mediamente da ognuno di noi all’acquisto di prodotti e servizi per il proprio benessere ripartita tra sana alimentazione, cura del corpo e attività fisica [1]. Il benessere rappresenta la principale area di spesa per il 74% degli italiani e continua a registrare aumenti di anno in anno.

Quali sono i prodotti che fanno parte di questa categoria?
• Creme e dispositivi per il corpo
• Prodotti biologici
• Trattamenti estetici e parrucchieri
• Beauty farm e palestra

Sono queste le categorie di spesa a cui destiniamo sempre più soldi. Per la frequentazione di palestre, piscine e altri corsi quasi 20 milioni di italiani spendono circa 6 miliardi all’anno. Per la cura del corpo si arriva a spendere anche di più: circa 10 miliardi per l’acquisto di creme, strumenti per la cura del corpo e per trattamenti in centri estetici, frequentati da quasi 19 milioni di persone.
Il risultato? Spendiamo circa 3.600 euro a testa all’anno [2].

La ricerca del benessere è alla base dei consumi
Non solo cura del corpo e benessere fisico: molti italiani non rinunciano a un bel vestito o gioiello, tanto da meritarci il podio a livello europeo in tema di spesa per queste categorie.
E se parrucchieri, prodotti e trattamenti di bellezza registrano in media un aumento dei prezzi del +4% ogni 5 anni, per la gioielleria arriviamo anche al +10%.
Per i consumatori abituali di beni di lusso si parla di una spesa media per gioielli e orologi pari a 2.000 euro al mese, che diventano 700 euro al mese per l’abbigliamento [3].
Come si comporta quindi l’inflazione con questi beni?
Come accennato in apertura, più c’è domanda e più i prezzi tenderanno a salire.
Ecco allora che nell’arco degli ultimi anni i prezzi di questi prodotti continuano a registrare variazioni al rialzo, talvolta anche considerevoli.
Ma anche a tavola gli italiani hanno un’attenzione particolare per la qualità.
Negli ultimi 5 anni la categoria degli “alimentari non lavorati” registra un aumento inflazionistico del +7,1% per le fasce di reddito medio alto: questo rispecchia la tendenza a comprare alimenti “bio”, o comunque di marche associate ad un’alta qualità dei loro prodotti, rispetto alla variazione del +6% registrata per i redditi più bassi.

Quanto del nostro budget finisce in queste categorie?
Facendo un semplice calcolo di quanto spendiamo per determinate categorie di beni, possiamo scoprire quanto l’aumento dei prezzi ci riguardi. Sarebbe infatti troppo generico soffermarsi sull’indicazione dell’inflazione generale, proviamo ad andare un po’ più nel dettaglio.
Secondo i calcoli dell’Istat ogni famiglia italiana spende in media circa 15.000 euro all’anno nelle categorie sopracitate, ossia sana alimentazione, cura del corpo, abbigliamento, gioielli e fitness.
Significa che un aumento del 4% in 5 anni comporterebbe una spesa via via sempre maggiore a fronte però di un reddito che difficilmente si rivaluterà allo stesso modo.
Ancora peggio se parliamo di risparmio: sempre per via dell’inflazione, i risparmi lasciati su un conto non remunerato perderebbero inevitabilmente valore.

I prezzi aumentano, il capitale si svaluta: come correre ai ripari?

Prendiamo qui in esame le performance lorde, quindi a cui andranno sottratte tasse e costi. Ma se nell’arco di 5 anni abbiamo visto come per alcuni beni l’aumento dei prezzi si aggiri intorno al 5%, cinque anni sono un arco temporale in cui, come si evince dal grafico, un piano d’investimento ben costruito potrebbe consentire di bilanciare quella perdita, o anche di realizzare qualcosa in più.

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[1] Rapporto sull’Economia del Benessere, realizzato da Bva-Doxa
[2] Rapporto sull’Economia del Benessere, realizzato da Bva-Doxa
[3] Altagamma-Bain Worldwide Market Monitor, 2019