Consumi e inflazione: occhio ai prezzi del settore sanitario

Contenuto elaborato da AdviseOnly.com per Fineco Bank

Continuiamo il nostro viaggio nell’inflazione reale, ossia quella legata alle nostre abitudini di spesa. Come abbiamo visto i valori di riferimento variano molto se andiamo ad analizzare le diverse categorie merceologiche. Ci sono beni e servizi che registrano anno su anno aumenti di prezzo significativi, che pesano non poco sul nostro reddito. Per esempio, tutto ciò che concerne i servizi medici, dalle visite specialistiche ai servizi ospedalieri e paramedici di assistenza domiciliare. Categorie di servizi privati che secondo l’ISTAT, a fronte di un Servizio Sanitario Nazionale non sempre all’altezza, continuano a erodere una buona parte dei nostri risparmi

Il Servizio Sanitario Nazionale italiano è da sempre tra i migliori al mondo per l’assistenza pubblica offerta ai cittadini ed è un orgoglio per tutti noi. Purtroppo, però, negli ultimi anni la spesa destinata a questo importante settore ha continuato a scemare, con conseguenze importanti per la salute – e i portafogli – degli italiani. Sono lontani i primi anni 2000, quando in Italia la spesa per la sanità assorbiva circa un quarto della spesa pubblica totale: nel 2006 si attestava addirittura al 26,8% del Prodotto Interno Lordo totale. Dal 2008 in poi il peso della componente sanitaria sulla spesa pubblica si è gradualmente ridotto fino a tornare nel 2019 ai livelli degli anni Novanta (22,3%). In base ai dati OCSE più aggiornati, la spesa pubblica italiana destinata alle prestazioni di tipo assistenziale è diminuita negli ultimi otto anni di quasi 2 punti percentuali; i dati precedenti alla pandemia, riferiti quindi al 2019, attestano una spesa pari all’8,81% del PIL. Al contrario, in altri grandi Paesi europei è aumentata: in Germania è oggi pari al 9,5%, in Francia al 9,3%. Anche sul versante spesa pro capite (sempre per le prestazioni sociali) l’Italia registra bassi valori: nel 2019 questa cifra si aggirava intorno a 2.534 euro, contro i 4.627 euro della Germania e i 3.969 euro della Francia.

Le conseguenze? Aumenta vertiginosamente la spesa sanitaria privata
Spesso le risposte pubbliche risultano insufficienti e inadeguate: la burocrazia e le liste d’attesa rendono l’accesso alle prestazioni sempre più complicato, al punto che un italiano su due oggi è rassegnato e non prova neanche a interagire con il pubblico, ma si rivolge direttamente a medici privati. Quando è in gioco la salute è infatti di vitale importanza intervenire subito, senza lunghe attese, poiché questo può fare la differenza, soprattutto nei casi più gravi. Tuttavia, molto spesso i costi delle cure private possono risultare molto elevati, tanto da mettere in difficoltà anche i redditi più solidi. Negli ultimi anni è infatti aumentato il numero di persone che per curarsi hanno dovuto utilizzare tutti i propri risparmi o indebitarsi con parenti, amici o presso istituti di credito. La pressione della spesa sanitaria privata per l’81,5% degli italiani pesa molto o abbastanza sul bilancio familiare [1]. Una visita specialistica ha un prezzo medio attorno ai 107 euro e in media ogni italiano sborsa 612 euro all’anno per questo tipo di visite mediche [2].

I servizi sanitari pesano molto sul nostro bilancio
Prodotti farmaceutici, visite specialistiche, attrezzature sanitarie: secondo la Corte dei Conti, il 75% delle famiglie in Italia usufruisce abitualmente di visite mediche specialistiche ed effettua accertamenti periodici; e oltre il 53% della spesa è destinata all’acquisto di farmaci e attrezzature e apparecchiature medicali (era il 51% nel 2014). Ma sono i servizi paramedici, ossia riabilitazione e assistenza domiciliare, le spese più alte sostenute dai cittadini. Quella ambulatoriale e quella domiciliare sono sempre più richieste, a causa dell’ampliarsi delle liste d’attesa, e pesano sempre più sul bilancio familiare dei cittadini. Ma i prezzi di questi servizi? Qual è la loro variazione annuale?

I prezzi dei servizi sanitari aumentano di anno in anno
Andiamo ad analizzare come si muove l’inflazione per queste importanti categorie di spesa. Come si vede nella tabella iniziale, i dati non sono proprio confortanti. Rispetto ai prezzi del 2019, nel 2020 si va da un +3% per le visite specialistiche a un +2,4% per i servizi dentistici. Aumenti non proprio “esigui”. Ma sono proprio i servizi che secondo la Corte dei Conti pesano di più sui portafogli degli italiani a registrare la variazione di prezzo maggiore: +4,4% per i servizi paramedici, ossia di assistenza domiciliare e ambulatoriale. Una variazione anno su anno che potrebbe far lievitare vertiginosamente i prezzi di questi servizi essenziali per la nostra salute.

Come pareggiare la perdita di potere d’acquisto?
Come abbiamo sempre detto: l’inflazione si combatte investendo. Solo costruendo una pianificazione finanziaria attenta e scrupolosa attraverso un buon investimento possiamo controbilanciare l’aumento dei prezzi e pareggiare la perdita di potere di acquisto che si ha su questo tipo di servizi col passare degli anni. Prima si inizia e meglio è: basta parlarne con il proprio consulente finanziario di fiducia e cominciare a costruire un percorso d’investimento adatto alle proprie esigenze, in grado di proteggerci dall’erosione di ricchezza cui l’inflazione inevitabilmente ci espone col passare degli anni.

COMUNICAZIONE DI MARKETING
I contenuti del presente articolo sono stati redatti da AdviseOnly.com e hanno scopo esclusivamente informativo. Pertanto in alcun modo devono essere intesi come consigli finanziari, economici, giuridici, fiscali o di altra natura e nessuna decisione d’investimento o qualsiasi altra decisione deve essere presa unicamente sulla base dei contenuti qui riportati. Allo stesso tempo in nessun modo costituiscono da parte di AdviseOnly.com un’offerta al pubblico d’acquisto o vendita di titoli e più in generale di strumenti finanziari e/o attività di sollecitazione all’investimento ai sensi del D.lgs. 24/02/1998, nr°58.
Allo stesso tempo, Fineco non si assume alcuna responsabilità in merito alla correttezza, completezza e veridicità delle informazioni fornite. Il presente messaggio non rappresenta in alcun modo una ricerca in materia di investimenti, un servizio di consulenza in materia di investimenti né attività di offerta al pubblico di strumenti finanziari.
Eventuali decisioni che ne conseguono sono da ritenersi assunte dal cliente in piena autonomia ed a proprio rischio.
Le informazioni contenute sono protette dai diritti di proprietà intellettuale e pertanto qualsiasi duplicazione, alterazione anche parziale o utilizzo non corretto dei contenuti in esse pubblicati e riprodotti è da intendersi vietata.


[1] Censis, 53° Rapporto sulla situazione sociale del Paese, 2019
[2] Corte dei Conti, Rapporto 2020 sul coordinamento della finanza pubblica